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31 marzo 2010

Il vento

ammucchia ai lati della strada petali d'alberi. M'imbroglia a terra uno stelo d'erba mezzo secco. Sembra una coda di lucertola e torno sui miei passi. Solo per controllare meglio. Solo per esserne sicuro.
Spesso le strade che percorro sono sempre le stesse. Apparentemente.
Sempre diversa è la luce. E la gente che passa.
Sempre gli stessi, però, sono i pensieri. Anche quando, al solito incrocio, prendo di proposito la strada sbagliata.
Solo per allungare un po'. E raccontarmi, dopo, tutte le cose nuove che ho incontrato.

accarezzo XVII - tokage トカゲ
[...while behind us, the road is leaving and leaving...]

04 maggio 2009

Salgo

le scale della stazione, diretto all'uscita. Ed è lì che ti incontro.
Te, bambino.
Dimentico della fretta, mi fermo a guardarti. Sei vestito di rosso. Hai solo gli occhi e i capelli più scuri. Sei con una donna. Ti rimprovera perchè volevi passare dove non si passa. Tua madre probabilmente non lo avrebbe fatto. Ti avrebbe aspettato. Sorriso. Almeno è così che immagino.
Quando ti penso bambino provo una specie di invidia. Perchè io non c'ero. E mi chiedo com'eri. Com'era la tua voce. E se provavi quello che io provavo. Se misuravi la mia stessa distanza dalle cose.
E ti sentivi solo come io mi sentivo.

Ciao, mi dice. La voce le si incastra in gola. Sto andando via.
Perchè fai così, le chiedo sorpreso. Piangi proprio non riesco a dirlo.
Non piango perchè sono triste! Piango perchè sono felice che sei venuto a trovarmi, mi risponde.
E allora devi ridere, se sei felice. Devi ridere, nonna!
Ed esco dalla sua stanza, senza voltarmi indietro.

glasses of electricity
[...what's the time, what's the place, gonna leave me out...]

22 aprile 2009

Ascoltando

quel giro di valzer, dal semaforo lo sguardo si alza verso le finestre di casa. Al quarto piano.
Di una, sono chiuse anche le imposte. Dell'altra, poco mi importa.
Eccolo, affiora il ricordo.
Del sabato e delle finestre spalancate. Del sole che sul pavimento disegna con un'ombra la sua storta cornice di luce. Dell'odore di carta bruciata con la mia lente di vetro. Del vento che lentamente gonfia le tende, come fossero vele, e le soffia fuori e trattengo il respiro.
Che cosa resta?

accarezzo V - a lens toy
[...and those who dance, begin to dance...]

04 dicembre 2008

Seguo

il suono flebile di una voce che chiede aiuto. Sembra quella di una donna anziana. Entro in una cucina mai vista prima e subito sulla destra c'è un piccolo tavolo rotondo. Resto fermo nel vano della porta.
Seduta al tavolo, c'è quella donna. Mi sorride, e le sue rughe con lei. Con una mano si sta versando del tè ma dalla teiera non esce nulla. Il servizio, di quelli buoni, è apparecchiato su di una tovaglia quadrata i cui angoli cadono dal bordo del tavolo.
Tutto è avvolto dall'assenza di luce e la penombra è color seppia.
-Aiuto!- di nuovo quella voce. Davanti alla porta c'è la finestra della cucina. Di spalle, una donna guarda fuori. Trema impaurita, forse piange ed è scossa dai singhiozzi. Con una mano stringe sul petto i lembi del suo cardigan scuro, l'altra indica fuori. La finestra è al piano terra, riesco a vedere le luci di alcuni lampioni e un prato. Mi avvicino alla donna guardando oltre i vetri.
Lei indica fuori.
E fuori vedo un'ombra.
Mi avvicino e e l'ombra si avvicina.
Mi fermo e l'ombra si ferma.
Continuo a scrutarla mentre lei segue i miei stessi movimenti. Finchè non capisco di essere io, quell'ombra. E mi sveglio.
Ueno mon amour - tracina,2008
[...when the earth stopped moving, the river lost its flow...]

26 novembre 2008

Ho tenuto

la tenerezza in una mano. E poi nell'altra.
Saperla anche mia ha colmato una mancanza. Di quando da bambino non potevo. Non volevano. E anche se adesso non ci sei più, di te mi resta il colore della neve tra le mani nude. E la sensazione di te che ti sciogli mentre passi nelle fessure delle mie dita aperte.
Sei neve calda e tremi. Sei seta bianca colpita dal sole.
E splendi.

Beatrix Potter - Three Little Mice Sat Down to Spin
[...I make a shrine for you...]

15 ottobre 2008

Non basta

quel filo di trucco a nascondere i segni della stanchezza. Mi sorprendi a fissarti nel riflesso del vetro. Abbasso lo sguardo e arrossisco. Qui e' difficile passare inosservati.
Di te mi attirano i nodi che ti stringono il ventre. Ti costringono in una posa austera. Forte.
Elegante.
Mi sembra di sentirlo, il peso di quei nodi. Di afferrarne il senso. Capirne la sostanza.
Senza quei nodi non saresti la stessa.
Senza quei nodi non sarei me stesso. Adesso.
Poi mi giro dopo essere sceso dal vagone. Sei andata ad occupare il mio posto.

tracina - Ueno Tokyo Station
[...for him who thence could solace bring to his dark imagining...]

28 agosto 2008

Proprio

come quella sera che tornavo a casa dopo aver provato a telefonare.
Muto, il telefono. Il mio bisogno di comunicare, come sospeso.
E piove anche. Avrei dovuto portare l'ombrello, penso alzando lo sguardo verso casa.
Ed e' li' che li ho visti. Un uomo e una donna. Salire l'ultima rampa di scale prima di fermarsi davanti alla loro porta. Proprio di fronte alla mia. Ridono, prima di entrare in casa. Chissa' cosa si sono detti.
Ho sempre immaginato vuoto, quell'appartamento. Qui, dove ogni stanza racchiude un mondo intero, ho immaginato una casa vuota. Identica alla mia. Vuota e immacolata, pero'.
Sotto la luce del lampione cadono distinte le gocce d'acqua.
Ed e' in quel momento che mi accorgo di essere completamente asciutto. Attraverso di corsa la strada e salgo le scale. Digito il codice per aprire la porta. Mi tolgo le scarpe.
E sono a casa.

Ichikawa mon amour- So lovely was the loneliness
[...so lovely was the loneliness...]

13 giugno 2008

Con la testa

appoggiata fra le mani, fissa l'orizzonte lontano. Da secoli. Prendendosi gioco del mondo.
Soltanto stamattina mi sono accorto di quanto mi assomigli. Non solo nell'atteggiamento. Anche nella sostanza. Entrambi siamo immobili e densi. Lui di pietra. Io di carne. Lui di carne. Io di pietra.
Dipende dai punti di vista.
Si tratta, ora, di decidere se restare a guardare il panorama o se diventarne parte.

tracina - paris mon amour
[...yet that terror was not fright but a tremolous delight...]

20 maggio 2008

Bevo

direttamente dalla bottiglia.
Acqua.
Dovrebbe essere insapore, mi dico. Questa, invece, ha un retrogusto amarognolo. Ma va bene se serve a sciacquarmi la bocca dal gusto troppo dolce di un wafer alla nocciola.
Al buio seguo col dorso della mano il profilo del mobile che porta verso il bagno.
Ed è mentre cammino come un cieco che ripenso a quel sapore. Al buio mi ricordo di tante cose.


[...I'm scared of the middle place between light and nowhere...]

09 aprile 2008

Alzo

lo sguardo dal mio piatto. Lei è lì, seduta davanti a me. Come sempre.
Ha finito di mangiare e fissa un punto nel piatto di mio padre. Il vuoto.
Gli occhi spalancati. Immobili. Di liquido vetro azzurro.
E se morisse adesso, mentre la guardo? penso.
Abbasso subito gli occhi.
Dov'è andata, mi chiedo.
E cerco di immaginarlo, quel posto. Ma è così lontano. Così suo.
Torna!, mi verrebbe da urlarle.
Alzo di nuovo gli occhi su di lei. Sta ancora così. Immobile. Stavolta la fisso più a lungo. Vorrei capire dove va.
Non troppo a lungo, mi dico. Non voglio che se ne accorga.
Di nuovo abbasso gli occhi.
Di nuovo torno a guardarla.
Di colpo mi sento avvampare il viso. Mi sta fissando. Lei. Dritto negli occhi. E ride.
Mi spii, mi chiede.
Io non riesco a dirle nulla. Forse un no appena sussurrato.
Viene anche a me da ridere. Perchè in quel posto mi ci ha portato.
E c'eravamo soltanto noi due.

[...se solo fossi qui, parlerei di più...]

04 aprile 2008

La risposta

sarà sempre la stessa. Niente.
Immaginare mi viene meglio che vivere. Tutto diventa così reale che è come se lo stessi facendo veramente. Faccio mie cose che non ho. Arringo folle nella solitudine della mia stanza e coltivo piante che non ho mai seminato. Leggo libri che non ho mai avuto e sfoglio foto che non ho mai scattato. In questa vita immaginata non sono poi tanto diverso da come sono in realtà.
Solo un po' più ricco. Di entusiasmo, ovviamente.

tracina - romanina mon amour II
[...you close your eyes and I die...]

17 marzo 2008

Se

il segreto per rendere felici gli altri è assecondarli, io voglio un mondo pieno di tristezza e disperazione.
Voglio che i bambini muoiano di fame. E che siano i loro genitori a seppellirli. Voglio che il debole soccomba sempre. Sconfitto e dimenticato. E voglio che il malato si aggravi e che il sano si ammali. Voglio che aumenti la desertificazione e che si sciolgano i ghiacci perenni.
Voglio che, chi dorme, riempia la barca di pesci. E che, chi di colpo è ferito, all'istante perisca.
E voglio farmi anche un'insalata fresca.
Con l'erbavoglio del giardino del re.

Albrecht Dürer-I quattro cavalieri dell'Apocalisse,1497-98
[...only clowns would play with those balloons...]

21 febbraio 2008

Usciti

dal cinema, ci sorprende una pioggia leggera. A terra, tante piccole macchie. Rotonde e scure, l'asfalto ancora asciutto sembra sporcarsi. L'autobus passa subito. Trema. E spezzetta le parole in bocca. Rallenta. Guardo in basso, attraverso la porta. Il nastro di colori uniformi e lucidi che si ferma dietro al vetro è solo il marciapiede. Sorrido. Saluto e scendo. Non prendo subito la via di casa. Aspetto prima che ripartano: fermo davanti al loro finestrino continuo a salutarli. Lei ride e gli dice qualcosa ma non riesco a leggerle le labbra. Pazienza, mi dico.
E mi incammino.

Sit-In di solidarietà al Coming Out
[...well, I'll go, I'll go, pushin' in the pin..]

11 febbraio 2008

La luce

riflessa sul vetro della finestra di fronte riempie la stanza. E' accecante se la guardo dritta in faccia. Poi si attenua lentamente e scende. E scende piano il sole. Timido. Dietro l'orizzonte breve dei palazzi.
E' ancora giorno e in questa stanza già tramonta il sole. Si spegne l'ultimo riverbero di luce. Se chiudo gli occhi vedo solo macchie rosse e bianche.

hinomaru
[...say you need it when you don't...]

23 gennaio 2008

Vorrei

avere il dono delle lingue. Per capire. E non aver paura.
O averne, quando è giusto averne. E allontanarmi. Fingendo indifferenza.
Vorrei avere il dono delle lingue. Per partire. E magari non tornare.
O tornare dopo tanti anni. E stupirmi e dire guarda com'è diverso, adesso. Tenendoci per mano. Come quando siamo partiti.
Respirano ancora i miei sogni in fondo a quel fosso. L'acqua è scura e li protegge.
Forse mi tufferò a riprenderli. E se necessario li stenderò al sole ad asciugare. Saranno un po' sbiaditi, forse. Ma non importa. Di nuovi son già pronto a farne.

BANUG a.k.a darkshine - Ningyou
[...back again in time for day, in a lily pond I lay...]

10 gennaio 2008

Quando

sogno che intorno a me c'è nebbia, mi sveglio sentendomi come fossi in ritardo. Eppure non ho un appuntamento. Sento come se un motore compisse migliaia e migliaia di giri per permettere al mio corpo semplicemente di mettersi in piedi. O aprire gli occhi.
C'era un'isola stavolta. E una partita di pallone. E una festa a cui avrei dovuto essere, ma che spiavo da lontano. All'aperto. Di notte. Piccole luci appese fra i rami spogli degli alberi, sfere bianche nella nebbia. E fango a terra e sulle mie scarpe. E un prato verde e bagnato.
Mi è bastato vedere un cappello, ieri, e ho sognato chi l'indossava.
Il signore delle uova oggi non c'era. C'era suo figlio. Avrei voluto chiedergli dove fosse il padre. Lui mi chiede sempre dei miei nonni. Sempre. E anche se oggi non c'era, gliel'ho detto lo stesso.
Stanno bene, grazie.

Egg (To Christopher Columbus) by Javier Marchán, 2006 - Photograph: Harold Koopmans
[...all things go, all things go to recreate us...]

04 gennaio 2008

Guardo

la pioggia che lentamente scende. Così lenta che quasi sembra neve.
Quante volte fermo a questo incrocio e ora dove vado, mi son chiesto.
Quante volte fermo a questo incrocio non mi sono chiesto nulla. Invece.
Solo a volte. A volte in compagnia.
Ed è bello quando, in compagnia, si prende la stessa direzione senza dirsi nulla. Perchè non è necessario.
Se l'obiettivo è lo stesso, le indicazioni si troveranno strada facendo. E se non si troveranno, sarà lo stesso bello perdersi insieme.
Tanto la strada per casa io la ritrovo sempre.

Gregory Crewdson - Untitled, Summer 2004 - Digital C-print(Merchant's Row from Beneath the Roses)
[...spero di assomigliare a te, che parli con le cose intorno...]

28 dicembre 2007

Si desta

dal sonno pomeridiano, la gatta. Disturbata dal nostro arrivo, lenta si alza.
Si scuote di dosso la polvere. E ci ignora.
Cammina verso altro calore. Il ventre è largo, gonfio di vite. Raccoglie i suoi passi neri in un balzo.
E salta.
Se il piede è incerto, la volontà è di ferro.
Si spezzerà, penso. E invece, come fosse ancora una ragazzina, atterra dritta. Poggiando prima uno, poi l'altro piede. Si gira e sorride.
Allora ciao, dice.
Lui, con un gesto d'altri tempi, solleva il cappello dalla testa e fa un piccolo inchino. Si chiudono le porte. Resta dentro l'eco di una risata che si allontana.
Si capisce che non sono sposati. Lei non si è affannata a cercargli un posto a sedere.
Lui, su gambe incerte, stringe forte la mano intorno all'apposito sostegno. Magari pregando di non cadere. E la guarda. L'ascolta persino.
Li osservo. Joanna canta. E non sento cosa si dicono.
Poi lei scende. Con un balzo. E lui può finalmente cercarsi un posto a sedere.

Two Birds Sold for a Kiss - Colette Calascione,Oil on Wood(1995)
[...you're so innocent when you sleep...]


22 dicembre 2007

La gente

per strada mi guarda e mi sorride. Auguri, mi dice. Congratulazioni.
Grazie, rispondo imbarazzato.
Alla fine quel traguardo è arrivato. Mi piaceva guardarlo da lontano.
Non sarò mai tuo.
Non sarò più tuo.
Ed è strano, adesso. E' di nuovo lontano. Ed è l'ultima volta, questa, che mi girerò indietro a salutare.
Forse.

traguardo
[...bimbi e bimbe di ogni età, ecco qualcosa che vi stupirà...]

28 novembre 2007

Certe

cose riesco a dirle solo così. All'improvviso. Dando l'impressione di non averle meditate.
A dicembre, le ho detto.
E lei ha interrotto una frase a metà. Accennando un sorriso.
Ho visto il momento esatto in cui le sue pupille sono sparite. Per lasciare spazio a tutto l'azzurro dei suoi occhi.
Come se le mie parole fossero state di luce. E gliele avessi puntate dritte in faccia.
Non riesce ad aggiungere altro. Così esco dalla sua stanza.
E dicembre è alle porte. E non so ancora quando.

tracina - la fille qui roule une cigarette
[...let my silence speak for me...]