14 settembre 2007

E' completamente

diversa da come avevo immaginato.
La magia tarda ad arrivare, ma quando arriva mi sorprende all'improvviso.
Come per dispetto. O come un regalo inaspettato.
Un destino rivelato in una piccola sfera di cristallo. Due domande e la stessa identica risposta.
Oui.
E mi ricordo che è bello sognare. E sperare che tutto si avveri.

les petites diseuses d'avenir

10 commenti:

Robba12 ha detto...

ti rileggo davvero con enorme piacere...e poi che schifo sarebbe se ci fosse proibito anche di sognare no ?

madmac ha detto...

Oui, je suis Catherine Deneuve!

tracina ha detto...

@captain
ma grazie :)
eh sì,solo che invece io a volte me ne scordo..

@madmac
preferivo:
-Loulou?
-Oui,c'est moi!

Anonimo ha detto...

Immaginarlo il futuro, è l'unico modo per afferrarlo.

Scusa l'intrusione.

La foto è bellissima

tracina ha detto...

@barbara
ma quale intrusione : )
anzi, grazie!
gran parte del merito va alle due modelle ;) sono loro che hanno reso speciale quel momento.

emme ha detto...

ah ma è tua la foto?
davvero bella
(mi scuso anch'io per l'intrusione? ma no va, per stavolta faccio la sfrontata)

tracina ha detto...

@emme
ma qui tutto che si scusano?mica siamo in chiesa e non si può parlare durante la messa ;-P
grazie mille : ) nel mio album flickr ne ho messe altre scattate la stessa mattina..

emme ha detto...

perchè c'era anche la messa in corso?
allora mi scuso..

ho dato un'occhiata
sì sì sì
bel lavoro

Anonimo ha detto...

Era un mattino di primavera guizzante e verde, agile e zafferano, con tutte le ragazze che camminavano su nudi gambi di fiori - è quello il terreno erboso d'una grande città - dondolando le borsette a secchiello, dolci e volubili, invitanti, accessibili, perdonando ogni gesto di saluto un po' libero ed energico prima ancora che venisse fatto o pensato, assentendo, mentre contegnosamente orgiastiche si avviavano al Salon di manicure o alla copisteria, a tutte le ardenti inespresse tenerezze dei villosi sconosciuti e alla strizzatina d'occhio e al fischio di uomini sandwich dal piede biforcuto. Il sole squillava, gli autobus sgambettavano, poliziotti e narcisi si piegavano nella brezza che sapeva di siero di latte. Un chiacchiericcio e uno sciaguattio di gozzoviglie veniva dai pub ancora chiusi. Io mi sentivo come un giovane dio. Mi sbottonai il colletto e mi aprii la camicia. Buttai indieetro i capelli. Avevo nel cuore una voliera, senza gufi e senza aquile. Avevo guance di ciliegia, calde, e un odore, credevo, di garofani di mare. Al suono di madrigali cantati da snelle soprano in una valle piena di cascate dove io ero l'unico tenore, saltai sull'autobus. L'autobus era pieno. Spensierato, col colletto aperto, gli occhi brillanti, le vene piene di primavera come le scarpe d'un ballerino dovrebbero essere piene di champagne, rimasi in piedi, soddisfatto e innamorato e giovane, sul piano inferiore dell'autobus gremito. E un uomo che aveva esattamente la mia età - o forse qualche anno di più - si alzò e mi offrì il posto. Disse, con voce piena di rispetto come se parlasse a un vecchio giudice: - Prego, vuole sedersi? - e poi aggiunse: -...signore.

Dovresti leggerlo, tu giovane poeta.
Ciao, mb

Anonimo ha detto...

Beh dai, visto che ci siamo mi scuso pure io. Decidi tu per cosa.