19 agosto 2005

Accarezzo

steli d'erba. E fisso i sassi del sentiero vicino casa, proprio come facevo da bambino. Chiedo scusa per ogni passo fatto. E mi allontano.
Sono qui eppure non ci sono.
Mi vedo.
Mi sento.
Mi ascolto, mentre parlo con un gatto. Anche lui mi ascolta, attento. Poi vuole una carezza. Pelo morbido, inarca la schiena.
Dove sono?
Non sono tra le corde tese fra gli alberi, mentre mio nonno stende panni che il vento agita.
Non sono a tavola, sotto le querce, mentre tutti mangiano e il sole disegna ombre di foglie sulla tovaglia bianca macchiata di vino.
Non sono sul balcone della stanza di mia madre, mentre guardo la sottile striscia di mare che segna l'orizzonte.
Non sono nella mia stanza, steso sul letto a fissare il soffitto bianco.
Non sono sul prato di notte, da solo e al buio, a fissare le stelle.
Quando ho salutato mia nonna, dov'ero? Aveva già tolto la dentiera e rideva suo malgrado. L'ho abbracciata piano, ho sempre paura di ritrovarmela in frantumi tra le braccia. Le ho detto ciao, ho sceso i gradini e me ne sono andato senza voltarmi.
Quando torni a trovarmi?
Quando posso.
Spero di esserci ancora, mi ha detto.

Io spero di esserci, ho pensato.

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