04 maggio 2009

Salgo

le scale della stazione, diretto all'uscita. Ed è lì che ti incontro.
Te, bambino.
Dimentico della fretta, mi fermo a guardarti. Sei vestito di rosso. Hai solo gli occhi e i capelli più scuri. Sei con una donna. Ti rimprovera perchè volevi passare dove non si passa. Tua madre probabilmente non lo avrebbe fatto. Ti avrebbe aspettato. Sorriso. Almeno è così che immagino.
Quando ti penso bambino provo una specie di invidia. Perchè io non c'ero. E mi chiedo com'eri. Com'era la tua voce. E se provavi quello che io provavo. Se misuravi la mia stessa distanza dalle cose.
E ti sentivi solo come io mi sentivo.

Ciao, mi dice. La voce le si incastra in gola. Sto andando via.
Perchè fai così, le chiedo sorpreso. Piangi proprio non riesco a dirlo.
Non piango perchè sono triste! Piango perchè sono felice che sei venuto a trovarmi, mi risponde.
E allora devi ridere, se sei felice. Devi ridere, nonna!
Ed esco dalla sua stanza, senza voltarmi indietro.

glasses of electricity
[...what's the time, what's the place, gonna leave me out...]

2 commenti:

dorian ha detto...

quando le tue parole sono per lei riescono ad essere ancora più toccanti.
un abbraccio ^^

tracina ha detto...

@dorian
è una nonna strappalacrime,la mia :P
a presto