28 giugno 2006

Seduto

in cucina. Un brivido freddo lungo e distinto. E mi è bastato un solo pensiero. Di me che non manco. E il sapore dolce che si scioglie in bocca si trasforma in fiele. Il cucchiaino cade. Un rumore assordante sul tavolo. Corro nella sua stanza.
In piedi su quel muro guardo il fondo della strada. Eppure non aspetto nessuno.
Eppure.
E poi al telefono una voce amica, nervosa e fredda. Ma forse è solo stanca.
Un messaggio che non avrei dovuto inviare. Un cassetto in cui non avrei dovuto frugare. Pillole che non avrei dovuto contare.
Ventisette e mezzo. Mi illudevo forse di trovarci un sogno?


[...my fists are turning coal to diamonds...]

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