21 giugno 2006

Nel rettangolo

di luce sul pavimento si proietta la mia ombra. Appoggiato allo stipite ascolto. Le voci in cucina. Non li ho mai sentiti parlare. Di me. Così. Spengo la luce.
Con rassegnazione. Quasi parlassero di un malato terminale. Lei chiede se non sei preoccupato. Lui dice che risponde sempre a mezza bocca. Loro non sanno. Loro non sanno. Le altre parole si perdono nel sottofondo televisivo. Fa male anche solo immaginare. I loro occhi. I loro gesti. Le mani rovinate. Stanche. Spengo la luce. Sui miei sensi di colpa.
Neanche io lo so. Ed ho provato a farglielo capire.
Io non so cosa mi manca. E non so dove cercare.
Ma mi manca. E continuo a cercare. Nonostante inizi a sentirmi stanco.


[...here stands a fortress built with great walls of silence...]

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