17 maggio 2006

E' inutile

che mi guardi in quel modo, gli dico. Io non ti voglio bene.
Ma insiste. Continua a fissarmi. Come se io avessi la risposta a tutti i suoi bisogni.
I suoi occhi nei miei. E si avvicina. Piano.
Vorrei alzarmi e andarmene. Temo che un qualsiasi mio movimento possa scatenare in lui una rabbia incontrollata.
Sento i peli delle braccia rizzarsi. Stavolta sono io a fissarlo. Devo mantenere il controllo. Ho paura che mi salti addosso com'è successo l'ultima volta. Al nostro primo incontro.
Mi ostino a chiamarlo Salvatore. Ma in realtà si chiama Vittorio. Come Gassman, mi è stato detto.
I suoi occhi adesso sembrano implorarmi. So che se non farò qualcosa entro i prossimi cinque secondi lui se ne andrà. Lasciandomi con un senso di mancanza. L'ennesimo.
Sciolgo la tensione nei muscoli del mio braccio. Allungo la mano. Inizio ad accarezzarlo.
Lui chiude gli occhi.
Io sorrido.
Victor Hugo ha ragione. I cani ce l'hanno un'anima.
Ed io, che sono solo uno stupido gatto?

stupido gatto
[...the face ain't making what the mouth needs...]

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