09 aprile 2006

Lei

è morta. E io piango. Disperato.
C'è un foglio sulla scrivania. La stanza è asettica. Impersonale. Come in un albergo.
La luce che entra da fuori è blu. Il sole nasce dietro nuvole scure riflesse sul mare. La finestra del balcone è aperta.
Leggo quelle poche righe. Nella penombra,mi tremano le mani. Lei è qui con me. Legge mentre leggo. Piange. Mentre piango.
Non mi amava. Ero infelice. Giustifica così il suo gesto.
Alzo lo sguardo dal foglio. Lei è lì. Mi guarda dal balcone. Gli occhi rossi. Non piange più. Sospira. Si volta. Salta.
E' così che dev'essere andata.

Oggi sono andato a trovarla. Aspetto tutto il giorno il momento giusto per raccontarle il mio sogno. Ti va di andare al mare,mi chiede. Dove vuoi tu,per me va bene.
Soli,finalmente. Mi imbarazza chiederle qualcosa di così intimo. Chiederle se è felice.
La butto sul ridere. Le chiedo se ha istinti suicidi. Perchè,vuole sapere. Ti ho sognata,rispondo. E non eri felice.
Hai ragione,mi dice. Sto vivendo una storia un po' tormentata,ma non fino a questo punto. Però è strano che tu l'abbia saputo da un sogno.
Già. E' l'unica cosa che riesco a dirle. Seduti sulla sabbia.

[...sometimes I think that I'm bigger than the sound...]

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