13 giugno 2006

Premedito

ma cambio programma. Per non rimanere deluso.
Pranzo veloce. L'imbarazzo di esser seduto al tavolo da solo.
Dieci minuti e ho già finito. Poi per strada. Sotto il sole. Poca gente in giro.
Arrivo all'entrata. Un enorme gazebo fa ombra. Mi fermo. Torno indietro di qualche passo. L'imbarazzo di essere all'ingresso da solo. Bevo un sorso d'acqua. Mi guardo intorno. E mi ritrovo in cassa a fare la fila. Un ingresso ridotto.
Due ore dopo sono fuori. E qui cambio programma. La piazza di fronte a me è troppo grande e vuota per non fermarmi un attimo. A farle compagnia.
Un attimo che dura due ore. Seduto su una panchina di travertino. Il vento che agita le bandiere al ritmo della musica che ascolto. Il vento che sfoglia il libro poggiato tra le mie gambe quando inspiro e chiudo gli occhi e guardo il sole. Il vento che sapientemente sposta le nuvole per farmi ombra quando ne ho bisogno.
Archer cerca Jacob. Jacob trova un teschio d'animale. Penso a chi a Scarborough c'è stato davvero.
La fuga di oggi è finita. Torno a casa. E mi rimbalzano nella testa parole di un'anima che non torna. Parole che non ricordo. Ma che spero di sognare ancora.
antonello
[...ho mille luci da far splendere eppure vago nell'oscurità...]

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