il suono flebile di una voce che chiede aiuto. Sembra quella di una donna anziana. Entro in una cucina mai vista prima e subito sulla destra c'è un piccolo tavolo rotondo. Resto fermo nel vano della porta.
Seduta al tavolo, c'è quella donna. Mi sorride, e le sue rughe con lei. Con una mano si sta versando del tè ma dalla teiera non esce nulla. Il servizio, di quelli buoni, è apparecchiato su di una tovaglia quadrata i cui angoli cadono dal bordo del tavolo.
Tutto è avvolto dall'assenza di luce e la penombra è color seppia.
-Aiuto!- di nuovo quella voce. Davanti alla porta c'è la finestra della cucina. Di spalle, una donna guarda fuori. Trema impaurita, forse piange ed è scossa dai singhiozzi. Con una mano stringe sul petto i lembi del suo cardigan scuro, l'altra indica fuori. La finestra è al piano terra, riesco a vedere le luci di alcuni lampioni ed un prato. Mi avvicino alla donna guardando oltre i vetri.
Lei indica fuori.
E fuori vedo un'ombra.
Mi avvicino e e l'ombra si avvicina.
Mi fermo e l'ombra si ferma.
Continuo a scrutarla mentre lei segue i miei stessi movimenti. Finchè non capisco di essere io, quell'ombra. E mi sveglio.
[...when the earth stopped moving, the river lost its flow...]